Consumo di carne: cosa ci riserva il futuro?

Il consumo di carne è un argomento al centro del dibattito globale, influenzato da fattori demografici, economici e sociali in rapida evoluzione. Con una popolazione mondiale che si avvia a superare i 9 miliardi di individui entro il 2050, infatti, le esigenze alimentari sono destinate a crescere in maniera esponenziale. Nel frattempo, la sensibilità verso tematiche ambientali, il benessere animale e l’adozione di pratiche sostenibili stanno trasformando il modo in cui vediamo e consumiamo la carne. Mentre alcune persone riducono il consumo di carne per motivi etici o ambientali, altre ne riconoscono il valore nutrizionale, creando un panorama complesso e in continua trasformazione.

Detto questo, l’attuale situazione è caratterizzata comunque da un aumento della domanda globale di carne, che si scontra con preoccupazioni crescenti riguardo al suo impatto ambientale e alla sostenibilità della produzione. Le campagne che mettono in discussione la salubrità della carne, in particolare quella rossa, e la ricerca di alternative proteiche, stanno spingendo l’industria verso un futuro incerto. Tuttavia, l’importanza della carne in una dieta equilibrata, soprattutto per le popolazioni in via di invecchiamento, rimane un punto fermo per molti nutrizionisti e scienziati.

Entriamo allora nei dettagli di questo argomento tanto interessante quanto fondamentale per il nostro futuro.

Carne nel banco del supermercato

Focus sulla situazione attuale: produzione e consumo di carne

Il mercato globale della carne è vasto e diversificato, con diverse tipologie di carne che presentano tendenze contrastanti. Attualmente, il consumo di carne bovina sta affrontando una fase di declino in molte regioni del mondo, complice l’aumento dei prezzi, le preoccupazioni ambientali e le continue campagne di sensibilizzazione che mettono in discussione i benefici per la salute. La produzione di carne bovina nell’Unione Europea, ad esempio, potrebbe ridursi del 10% entro il 2035, con una perdita stimata di circa 3,2 milioni di capi. Questo calo è in parte dovuto alla crescente attenzione verso l’impatto ecologico degli allevamenti e alla pressione economica che pesa sugli agricoltori.

Il settore suinicolo non se la passa meglio, con una previsione di riduzione della produzione di circa 2 milioni di tonnellate entro lo stesso periodo. Le ragioni di questo declino sono simili a quelle del settore bovino, aggravate da vincoli religiosi in alcune aree del mondo che limitano il consumo di carne di maiale.

Dall’altro lato dello spettro, la carne avicola sta vivendo un periodo di crescita. Grazie al suo prezzo più accessibile, alla percezione di essere una scelta più sana e alla minore incidenza di restrizioni culturali e religiose, la produzione di carne avicola è destinata a incrementarsi nei prossimi anni. Questo trend evidenzia come la carne bianca stia guadagnando terreno rispetto a quella rossa, diventando una componente sempre più importante nella dieta quotidiana di molte persone.

Il futuro della carne: tra insetti e carne coltivata

Guardando al futuro, è chiaro che il settore della carne dovrà adattarsi a nuove realtà e sfide. Con la già citata popolazione in costante crescita e la necessità di ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento tradizionale, nuove soluzioni stanno emergendo all’orizzonte. Due delle più discusse e promettenti sono la carne coltivata in laboratorio e l’utilizzo degli insetti come fonte di proteine.

Carne coltivata in laboratorio

La carne coltivata, conosciuta anche come carne artificiale o carne in vitro, rappresenta una delle innovazioni più rivoluzionarie nel settore alimentare. Prodotta a partire da cellule animali coltivate in laboratorio, questa carne promette di ridurre drasticamente l’impatto ambientale della produzione tradizionale, eliminando la necessità di allevare e macellare animali su larga scala. Sebbene sia ancora in fase di sviluppo e non abbia ancora raggiunto una produzione commerciale su larga scala, la carne coltivata è vista da molti come una delle risposte più promettenti alle sfide alimentari del futuro.

E gli insetti…?

Un’altra opzione interessante è rappresentata dall’uso degli insetti come fonte proteica. Già consumati abitualmente da circa 2 miliardi di persone in diverse parti del mondo, gli insetti offrono un’alternativa sostenibile ed efficiente rispetto alle proteine tradizionali. Gli insetti richiedono meno risorse per essere allevati rispetto al bestiame tradizionale, emettono meno gas serra e sono ricchi di proteine, fibre e minerali. In particolare, specie come i grilli sono altamente efficienti nella conversione del cibo in proteine, richiedendo solo 2 chilogrammi di cibo per produrre 1 chilogrammo di massa corporea. Sebbene l’idea di mangiare insetti possa sembrare strana a molti, è probabile che diventi sempre più comune nei prossimi decenni, soprattutto in risposta alle crescenti pressioni ambientali.

Insetti commestibili, il futuro del consumo di carne

Insomma, il futuro del consumo di carne è destinato a essere influenzato da una miriade di fattori, dalla crescita demografica alla crescente consapevolezza ambientale. Mentre le tipologie tradizionali di carne potrebbero vedere una riduzione della domanda, emergono nuove alternative come la carne coltivata e gli insetti, che potrebbero cambiare radicalmente il nostro modo di mangiare. Ce la faranno? Lo scopriremo presto.

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